Sono trascorsi ormai 6 mesi dall’entrata in vigore effettiva del Decreto Dignità riguardante le scommesse sportive, che come spiegato nell’articolo 9 di tale decreto, dovrebbe ridurre la patologia da gioco d’azzardo per i cittadini che vivono in Italia, la tanto conosciuta ludopatia.
Con il decreto entrato in vigore lo Stato italiano ha totalmente vietato qualsivoglia tipo di pubblicità in merito alle scommesse, sia in televisione che durante ogni avvenimento sportivo, in più nessuna società di calcio italiana può essere sponsorizzata da marchi di scommesse. In pratica si è ripetuto quello che fu fatto anni fa con i marchi di sigarette, ma ad oggi non sembra che il numero dei fumatori in Italia sia diminuito.
Le uniche notizie che si possono diffondere sulle scommesse, sono quelle riguardanti comunicazioni a scopo del tutto informativo, quindi non è possibile incoraggiare le persone a cliccare su siti di scommesse o di casinò e queste limitazioni sono applicate a tutti gli operatori che lavorano sul territorio italiano e quindi in possesso della licenza ADM (ex AAMS).
L’introduzione di questo decreto da parte dello Stato italiano non ha fatto altro che impoverire il movimento sportivo nostrano, infatti fino alla scorsa stagione solo il calcio, o meglio la Serie A ricavava dai bookmakers ben 30 milioni di euro, soldi che attualmente i colossi del gioco d’azzardo hanno giustamente deciso di investire in altri Paesi ampliando così ancor di più il distacco economico tra il nostro calcio e quello inglese e spagnolo giusto per fare due esempi lampanti.
In più a trarne beneficio da questo decreto sono i siti di scommesse stranieri, cioè quelli che non sono in possesso della licenza ADM, perché non dovendo sottostare alle leggi italiane sono liberi di farsi pubblicità sul web e sono tranquillamente raggiungibili anche dai residenti nel nostro Paese.
Quindi per gli operatori in regola in Italia è arrivato il danno oltre la beffa, anche perché le tasse italiane sono molto più rispetto ad altre nazioni e questo consente ai siti non autorizzati di proporre quote e bonus molto più alti di Sisal, Lottomatica ecc.. attirando così sempre più clienti proprio dall’Italia.
Le conseguenze future nel caso tale divieto non venga rimosso (cosa alquanto utopistica), saranno le enormi difficoltà che troveranno i bookmakers italiani a sostenere una concorrenza sempre più spietata e si potrebbe anche giungere ad una gravissima crisi del settore che potrebbe portare alla chiusura di molti siti di scommesse, i quali vedranno sempre più in pericolo i sacrifici fatti per crescere ritrovandosi in un mare di guai.
Come sempre esistono molte contraddizioni anche nel modo di mettere in pratica delle leggi e questo vale anche per il Decreto Dignità sulle scommesse, infatti da un lato si penalizzano i siti ed i marchi che non possono farsi pubblicità, ma poi si lasciano tranquillamente aperti centri di scommesse in ogni angolo di città e paesi. Visto che proprio i siti hanno sempre specificato di giocare con la massima cautela proprio come fa lo Stato con i vari Gratta e Vinci, Superenalotto e le tante altre lotterie, ci si chiede perché si è andato a punire proprio un ramo che era in forte ascesa nel nostro Paese e che portava anche tanti milioni nelle casse dello Stato stesso.